
Gita fuori porta: MUSE di Trento
Avevo promesso a quattro dei miei nipoti di fare una gita con loro. Credevo difficile scegliere una destinazione che affascinasse dei quindicenni e le loro proposte non mi entusiasmavano: Gardaland, partita di calcio di serie A, concerto di musica live…
Volevo qualcosa di diverso che legasse quel giorno a un ricordo singolare, da rievocare con un sorriso sulle labbra, per questo ho scelto il MUSE.
E’ stata un’esperienza unica e indimenticabile, che consiglio a tutti, perché non è solo un museo ma un centro di riflessione sul rapporto tra natura e uomo.
Il Muse si trova a Trento ed è stato disegnato da Renzo Piano. Nel nuovo Museo delle scienze il pubblico è il vero protagonista della visita, grazie alla sperimentazione in prima persona, ai giochi interattivi e agli ambienti immersivi e per questo è riuscito a coinvolgere me tanto quanto dei quindicenni.
Attraverso strumenti di apprendimento informale – studiati per tutte le età e diversi livelli di approfondimento – il Muse ci ha raccontato le meraviglie dell’ambiente alpino e della natura che ci circonda, toccando al contempo temi di interesse planetario, come lo sviluppo sostenibile e la conservazione della natura e lanciando uno sguardo verso il futuro.
Il percorso espositivo del Museo usa la metafora della montagna per raccontare la vita sulla Terra. Abbiamo iniziato dalla cima: terrazza e quarto piano ci hanno fatto incontrare sole e ghiaccio, per poi scendere ad approfondire le tematiche delle biodiversità, della sostenibilità, dell’evoluzione, fino al piano interrato e alla meraviglia della serra tropicale.
4° Piano: Alte Vette
Far conoscere gli elementi geologici e biologici dell’ambiente alpino è l’obiettivo degli spazi espositivi “più alti” del Museo, che ci hanno accompagnato sulle vette conquistandole, con sensazioni vive che prima avevo potuto assaporare solo in quota. Tra rumori e impressioni del paesaggio vivo e in evoluzione, siamo passati dal planare mozzafiato sulle cime alpine e dolomitiche, sui ghiacciai e le foreste, alle discese in picchiata lungo le pareti più estreme, fino a costeggiare l’imponente e terribile esperienza delle valanghe.
3° Piano: La vita nelle Alpi e la sua unicità
La galleria “Nel labirinto della biodiversità alpina” propone una discesa immaginata lungo un sentiero di montagna in cui si susseguono, fondendosi e creando interconnessioni reciproche, 26 ambienti diversi, arricchiti da 2 acquari.
La suggestione dell’allestimento mira a far rivivere le emozioni provate in natura, come incontrare animali selvatici, ascoltare i loro richiami, essere testimoni di un atto di predazione o spiare i rituali di corteggiamento. Ogni ambiente è svelato in modo intuitivo e suggestivo, utilizzando modalità comunicative che vanno dai più tradizionali animali tassidermizzati (“congelati” in posture plastiche) alle tecnologiche superfici virtuali interattive.
2° Piano: Geologia, miniere e rischio ambientale
Le Alpi, in particolare le Dolomiti, rappresentano un unicum nel mondo per le loro caratteristiche geopaleontologiche e il loro paesaggio. Il percorso espositivo ci ha introdotto alla conoscenza dell’evoluzione delle Alpi attraverso un viaggio ricco di multimedialità, corredato da una rigorosa scelta di oggetti della geologia (rocce, fossili, minerali).
È un invito a scoprire, divertendosi, l’evoluzione degli ambienti geologici del passato: antiche montagne, vulcani, deserti, mari tropicali, scogliere coralline e profondità oceaniche. L’esposizione ci ha permesso di addentrarci nei processi geodinamici che hanno portato gli antichi fondali a innalzarsi sopra il livello del mare e, ripiegandosi e fratturandosi, a formare le Alpi.
1° Piano: Dai primi uomini sulle Alpi al futuro globale
Ci siamo imbattuti in una struttura a spirale meravigliosa che introduce ed invita ad entrare nel mondo della preistoria. I principali ritrovamenti locali custoditi al Museo delle Scienze sono esposti in vetrine che illustrano le principali fasi dell’evoluzione culturale, economica e sociale nella preistoria delle Alpi: la presenza dell’uomo di Neanderthal sui massicci alpini meridionali durante le fasi più calde dell’ultimo periodo glaciale nel Paleolitico medio, l’arrivo di Homo sapiens al termine delle grandi glaciazioni nel Paleolitico superiore e la sua diffusione all’interno delle vallate alpine nel Mesolitico, l’introduzione di agricoltura e allevamento nel Neolitico e la grande innovazione tecnologica della lavorazione dei metalli nella protostoria.
Apparati multimediali forniscono approfondimenti tematici suggeriti dai reperti esposti e riproduzioni di figure umane intente in attività quotidiane arricchiscono il percorso espositivo, che ci ha introdotto in uno spazio immersivo ove dei video favoriscono la suggestione e l’emozione di vivere in tempi preistorici. Due acquari ospitano specie di lago in contesti archeologici: un sito di alta montagna nel primo, un ambiente palafitticolo nell’altro.
Piano Terra: La scoperta inizia dai sensi
Uno spazio per bambini.
Bambini da 0 a 5 anni aperti a scoprire, capire, osservare, provare. Partendo da quello che loro sanno fare così bene: toccare, annusare, guardare e vedere, sentire. E’ un posto che permette di sperimentare i sensi attraverso i sensi, mettendo a disposizione occasioni ogni volta diverse e originali. Anche noi ci siamo divertiti ad interagire, tornando un po’ bambini, perché il Muse è assolutamente accattivante e la sua parte interattiva è veramente stimolante.
Piano interrato: Storia della vita
L’affascinate storia della vita: un complesso evolvere di forme regolato da drammatici cambiamenti ambientali, geografie mutanti e occasioni fortuite. A caccia di ricordi seguendo il filo dell’evoluzione dell’uomo, in un passato vecchio 5 miliardi di anni.
In questa galleria i resti fossili ci accompagnano in un incredibile viaggio nel tempo profondo, dalla comparsa delle prime molecole all’evoluzione di dinosauri e mammiferi.
A raccontare il capitolo della lunga storia evolutiva sono piccole piante senza foglie né fiori, insetti privi di ali e tozzi anfibi. Incontrare e imparare a conoscere le loro forme porta il visitatore a ripercorrere i primi passi di una nuova era, quella di una Terra che si va popolando.
La parte dedicata ai rettili terrestri custodisce uno dei più grandi archivi a livello europeo di orme fossili di rettili paleozoici, mesozoici e di dinosauri. Sulle tracce dei grandi rettili si possono riconoscere le loro caratteristiche orme e ammirare gli imponenti scheletri a grandezza naturale. Con i rettili marini ci si immerge nelle acque del Triassico. Notosauri, plesiosauri, ittiosauri: i mari si riempiono di piccoli e grandi rettili dalle abitudini alimentari e dai modi di vita sorprendenti.
Dinosauri e rettili marini ci hanno accompagnato fino all’estinzione di massa del Cretaceo-Terziario: un evento catastrofico per la storia della vita. Con l’estinzione dei dinosauri si apre il capitolo sulla storia evolutiva dei mammiferi: la rapida diversificazione di questo gruppo è narrata da esemplari fossili e attuali che illustrano l’evoluzione delle differenti strategie riproduttive, alimentari e locomotorie.
La galleria del DNA offre un’esperienza suggestiva mediata da un racconto empatico sull’aspetto unificante del DNA nei confronti di tutte le forme di vita – compresa la nostra.
La prima esperienza visiva è “l’Albero della vita”: una proiezione dinamica e lunga nove metri, che rivela l’incessante snodarsi dei tracciati evolutivi e le connessioni esistenti tra specie più o meno simili.
L’unicità del DNA, i suoi meccanismi di funzionamento e i processi evolutivi sono al centro di tre installazioni audiovisive multimediali dal titolo “Da dove veniamo?”, “Che cosa siamo?” e “Dove andiamo?”. Le storie sono arricchite da oggetti e reperti “speciali” perché diversi da quelli che avevamo incontrato fino ad ora nel museo. Quanto DNA condividiamo con gli altri organismi? Cosa hanno in comune una conchiglia e il cuore umano? Queste e molte altre domande trovano una risposta nella galleria del DNA.
La serra tropicale: Udzungwa, una foresta pluviale Afromontana
Prima di entrare nella serra, ci siamo imbattuti in una serie di grandi acquari. I pesci che vi sono ospitati sono rappresentativi della biodiversità ittica dei grandi laghi e fiumi della Tanzania.
Con una superficie di 600 metri quadrati la serra tropicale ricrea un lembo della foresta pluviale dei Monti Udzungwa, un centro di diversità ed endemismo dell’Africa Tropicale Orientale in Tanzania. Varcando la soglia della serra siamo stati accolti dall’abbraccio caldo e umido dei tropici, addentrandosi nelle foreste incontaminate dell’Africa tropicale, tra cascate e pareti verticali, tra acque turbinose e una rigogliosa foresta. L’itinerario parte dalla valle del Kilombero per proseguire nella foresta umida submontana, incontrando una caleidoscopica diversità di forme e colori appartenenti a piante e animali unici.
Il MUSE un luogo unico, che fa sognare; in grado di unire divertimento e comprensione, scoperta e gioco, grandi e piccini, nel nome della conoscenza. E’ talmente riuscito che, unico museo italiano, si è meritato una menzione d’onore all’European Museum of the Year Awards 2015.
Io vi consiglio di visitarlo.
Ah, dimenticavo! I miei nipoti ne sono rimasti entusiasti.
Evvai zio Gigi
MUSE – Museo Delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza, 3 – 38122 Trento